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Addio alle monetine da 1 e 2 centesimi

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Addio alle monetine da 1 e 2 centesimi

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Lo scorso gennaio la BCE aveva già deciso la sospensione della produzione ed emissione della banconota da 500 euro. Uguale destino toccherà ai due tagli più piccoli

La Commissione Bilancio della Camera ha approvato il cosiddetto emendamento Boccadutri, con cui si ufficializza l’eliminazione delle monetine da 1 e 2 centesimi.

A partire dal 1 gennaio 2018 il conio dei piccoli pezzettini di nichel e rame sarà, difatti, sospeso. Se per la banconota da 500 si vuole contrastare il riciclaggio ed il finanziamento del terrorismo, in considerazione del fatto che tale taglio faciliti le attività illecite, discorso diverso vale per i centesimi.

A quanto pare la produzione delle monetine da 1 e 2 centesimi costerebbe più del loro stesso valore. Il risparmio annuo stimato sarebbe pari a circa 20 milioni di euro. Non a caso la loro sospensione è già stata attuata in altri paesi dell’Unione Europea, mentre in altri ancora questi due tagli non sono mai stati adottati.

Vantaggi e svantaggi dell’eliminazione delle monetine da 1 e 2 centesimi

Non tutti sono dell’idea che l’Italia trarrà benefici da questa manovra. Alcuni pensano che un vero risparmio ci sarebbe solo nel caso in cui le monetine venissero eliminate a livello europeo. A supporto di ciò bisogna dire che è notizia di questi giorni che la Spagna stia pensando a materiali alternativi per abbassare i costi di produzione delle monetine.

Certamente i centesimi sono il taglio più odiato da consumatori e venditori. Saranno contenti soprattutto gli over 50. Questi non dovranno più tirar fuori gli occhiali alla ricerca di quei piccoli e sempre introvabili centesimi.

Dall’altro lato sarà importante stabilire dei criteri che siano chiari per l’arrotondamento al rialzo o al ribasso dei prezzi. Solo in questo modo si eviterà lo scenario negativo previsto dal Codacons, secondo cui la misura provocherà degli arrotondamenti selvaggi dei prezzi al dettaglio che faranno poi aumentare quelli dei listini.

A questo scopo risulterà fondamentale il monitoraggio da parte del Garante dei prezzi. Questi dovrà riferire in maniera semestrale al Ministero dell’Economia e delle Finanze le eventuali anomalie segnalate dall’Antitrust.

 

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