Oggi, il blog di Commercity approfondisce un argomento spesso trascurato. Scopriamo di più sui costi del Pos e delle transazioni con carta di credito e bancomat.

Se avete pensato di dotarvi di un Pos per la vostra attività commerciale, prima di entrare nel merito delle tariffe (varabili, a seconda dell’istituto di credito che eroga il servizio) vi sarà probabilmente utile capire quali sono i costi da sostenere.

Per un esercente, il Pos comporta innanzitutto un costo di installazione: una spesa una tantum che comprende il collegamento del dispositivo ai circuiti di credito e alcuni test di funzionamento. Secondo alcuni studi, questa tariffa si aggira attorno ai 460 euro per l’installazione di un Pos tradizionale. È tuttavia da segnalare che esistono soluzioni che si appoggiano a linee ADSL attraverso dispositivi mobili (smeartphone, tablet) il cui costo scende a 46 euro.  C’è poi un canone mensile per il comodato d’uso del dispositivo, che copre il costo di manutenzione dell’hardware.

Per quanto riguarda la tassazione delle transazioni, invece, si devono distinguere due tipi di oneri: un costo fisso per transazione e un costo percentuale per transazione. Il primo (solitamente di pochi centesimi di euro) è molti simile alla commissione che viene addebitata a chi preleva contante da un istituto di credito diverso dal proprio. Questo costo fisso penalizza chiaramente le piccole transazioni.

Il secondo, invece, consiste in una commissione che il commerciante deve versare e che viene calcolata su base percentuale sulla somma incassata. I valori, in questo caso, variano dallo 0,5 % allo 0,7 % per bancomat e dall’1% al 4% per le carte di credito.

Le voci di spesa sono plurime, ma non rappresentano necessariamente un peso economico per il commerciante. Secondo alcuni recenti studi, infatti, chi confronta le diverse offerte proposte dalle banche può arrivare a risparmiare fino al 95%.