Accordi commerciali separati: un mantra che la politica britannica ripete dal 23 giugno scorso, quando i sudditi di Sua Maestà optarono per l’uscita dall’Unione Europea. Da quando la Brexit verrà effettivamente attuata, infatti, il governo inglese dovrà stipulare accordi commerciali separati con i Paesi extra-europei. Ad oggi, invece, le relazioni economiche con questi stessi Paesi sono regolati collettivamente da tutti gli Stati dell’Unione.
Per Theresa May si apre insomma un intenso periodo di lavoro. Fra gli interlocutori privilegiati (stando a quanto riportato da Fox) spiccano Cina, Australia, Corea del Sud ed India. Sicuramente, sarà decisiva la negoziazione con gli Stati Uniti d’America, complicata, ad oggi, dalla virata protezionistica voluta da Trump in tema di trattati internazionali.
Da parte sua, Theresa May si augura comunque che il Regno Unito possa uscire da questa fase di transizione “più orientato all’esterno rispetto al passato”. Nelle parole pronunciate dal premier britannico, è emersa in più occasioni la volontà di ripensare il ruolo svolto dalla Gran Bretagna a livello globale, continuando tuttavia ad intrattenere relazione con i “vecchi amici” dell’Unione Europea.
Mantenere un’appartenenza ideale all’Europa sarebbe uno degli obiettivi che porterebbe Londra a guardare verso un accordo di libero scambio con i Paesi dell’eurozona. Sebbene le buone intenzioni non manchino, la strada da fare è ancora lunga: les jeux ne sont pas faits, e nei prossimi mesi potrebbero esserci degli sviluppi imprevisti.
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