Su oltre un milione di nuovi rapporti di lavoro, la maggioranza è costituita da contratti a tempo determinato. È quanto risulterebbe dall’Osservatorio mensile dell’Inps, sulla stima di questi primi 7 mesi del 2017 sul mercato del lavoro.
Come si evince dal diagramma con i dati forniti dall’Istituto, i contratti a tempo determinato rappresentano la fetta maggiore con 719.666 unità; quelli derivanti da lavoro stagionale sono 283.825; il lavoro in apprendistato risulta pari a 47.748 contratti, mentre quelli a tempo indeterminato risultano essere la percentuale minore, con 27.218.
I contratti a tempo determinato possono, quindi, essere considerati la forma lavorativa più utilizzata da gennaio a luglio. Questo è dovuto probabilmente alla cessazione dei vecchi voucher e l’introduzione dei nuovi, più simili a dei contratti.
È chiaro pertanto come l’aumento del numero di nuovi contratti sia dovuto essenzialmente ai contratti a tempo determinato.
La differenza tra le attivazioni e le cessazioni di contratti è in continuo aumento, considerando che nel mese di luglio ha raggiunto un positivo +571.000. In particolare, i rapporti di lavoro a tempo indeterminato erano pari a +18.000; quelli di apprendistato a +52.000, mentre i contratti a tempo determinato, in cui sono inclusi quelli cosiddetti stagionali, erano +501.000.
Se analizziamo il rapporto tra i contratti a tempo indeterminato attivati e cessati, possiamo dire che i secondi superano i primi. Al contrario, i contratti a termine cessati sono minori rispetto a quelli attivati.
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