fbpx

Ditta individuale o impresa familiare: come mettersi in proprio

Fattura - Commercity Blog
Fattura: come funziona e come emetterla
14 Agosto 2017
DDL Concorrenza - approvazione definitiva del Senato - Commercity Blog
DDL Concorrenza: approvazione definitiva del Senato
21 Agosto 2017
Mostra tutto
Ditta individuale - Commercity Blog

Hai intenzione di avviare una ditta individuale? Hai valutato il rischio e vuoi partire da zero con una tua impresa personale? Quali sono le differenze con un’impresa familiare? Scopri i dettagli in questo articolo

Ditta individuale o impresa familiare

La prima cosa da fare è scegliere tra due strade:

  • Aprire una partita IVA (scopri come fare leggendo il nostro articolo a riguardo)
  • Lavorare con contratti di collaborazione.

Per avviare un’impresa aprendo una partita IVA, la forma più semplice è la ditta individuale. Dal punto di vista burocratico è la forma più facile; inoltre, è anche la meno onerosa dal punto di vista economico. In questo caso l’imprenditore partecipa al rischio d’impresa con il proprio patrimonio personale, assumendo le obbligazioni dell’attività.

Il primo passo da compiere è l’apertura della Partita IVA e successivamente, entro 30 giorni, l’iscrizione presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia in cui ha sede legale l’azienda. L’imprenditore titolare di una ditta individuale può avvalersi della collaborazione di personale dipendente o dei propri familiari. In quest’ultimo caso non si parlerà più di ditta individuale ma di impresa familiare (ossia quando, oltre al titolare, partecipano alle attività dell’azienda anche uno o più familiari in modo continuativo). I familiari hanno diritto a partecipare agli utili dell’impresa ma non alle perdite. Inoltre, possono intervenire nelle decisioni riguardanti l’incremento del patrimonio aziendale e l’impiego degli utili.

Il fondatore della ditta individuale deve rimanere assegnatario di almeno il 51% degli utili, mentre le quote spettanti ai collaboratori non possono superare il 49%.

Lavoro autonomo occasionale

Il lavoratore autonomo occasionale è colui che si obbliga a compiere, dietro corrispettivo, opere o servizi con lavoro proprio, senza gradi di subordinazione e coordinamento del committente ed in via del tutto occasionale. Dunque questi lavoratori sono autonomi riguardo tempi e modalità di esecuzione del lavoro.

Per collaborazioni occasionali si intendono le prestazioni di importi modesti (massimo 5000 euro nell’anno solare con lo stesso committente) e breve durata (30 giorni). Questi contratti di collaborazione occasionale si iscrivono alla Gestione Separata INPS, qualunque sia la loro durata e l’importo corrispondente.

Comments are closed.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi