La giornata di ieri è stata testimone della firma dei decreti a favore della etichettatura per pasta e riso italiani. Protagonisti sono stati il Ministro delle Politiche Agricole ed il Ministro dello Sviluppo Economico. Il Provvedimento è adesso al vaglio di Bruxelles, che ha sei mesi di tempo per esprimersi.
Arrivare ad una norma per l’ etichettatura per pasta e riso rappresenterebbe una svolta epocale. Saremmo i primi a creare uno strumento per la salvaguardia dell’origine dei nostri prodotti.
“L’aumento dell’8% delle esportazioni nei primi di cinque mesi del 2017 – sostiene il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda – dimostra quanto l’Italia guadagna dall’internazionalizzazione. Puntiamo sulla forza del Made in Italy e sulla qualità delle filiere per poter competere con ancora maggior forza sui mercati globali”.
I decreti prevedono l’obbligo di indicare il paese di origine del grano con cui viene fatta la pasta, nonché il luogo di produzione del riso.
Nel caso le due fasi dovessero avvenire in più di un paese, sarà necessario indicare se si tratta di Paesi UE o Paesi non UE. Nel caso il grano venga coltivato per almeno il 50% in Italia, si potrà scrivere: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”
Anche in questo caso possono essere indicate diciture miste nel caso il paese di provenienza, coltivazione o confezionamento sia più di uno.
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