La SIAE è un ente pubblico economico a base associativa, nonché un punto di riferimento per autori ed editori, i quali possono decidere di aderirvi in maniera volontaria. La SIAE nasce dall’esigenza degli autori stessi di veder tutelato economicamente il proprio lavoro intellettuale, come qualsiasi altro lavoro. Le opere creative rappresentano, infatti, un bene prezioso che, come tale, deve essere protetto e garantito. A questo scopo nasce il diritto d’autore.
La SIAE svolge appunto un’attività di intermediazione fra coloro che godono dei diritti d’autore ed i cosiddetti utilizzatori. Ha il compito di concedere le autorizzazioni e le licenze per l’utilizzo delle opere protette. Al tempo stesso si occupa di riscuotere i relativi compensi, in modo da distribuirne poi i proventi all’autore. La sua attività di tutela delle opere d’ingegno non si limita all’Italia. Continua anche al di fuori dei confini nazionali, grazie alla stipulazione di accordi di rappresentanza con le Società d’Autori straniere.
Questi sono diritti esclusivi dell’autore, il quale è l’unico che può decidere come e quando utilizzare la propria opera, autorizzandone o meno la diffusione, riproduzione o esecuzione, e percependone i relativi compensi. I diritti patrimoniali possono essere acquistati, alienati o trasmessi. Difatti, sono diritti rinunciabili che possono essere cessati a terzi. Hanno, però, un limite temporale: possono essere esercitati durante tutta la vita dell’autore e per i 70 anni successivi alla sua morte, dopodiché l’opera diventa di dominio pubblico.
Quelli morali sono diritti riconosciuti dalla legge. Questi sono inalienabili, imprescrittibili e irrinunciabili. Difatti, vengono esercitati anche in caso siano stati cessati a terzi. A differenza dei diritti patrimoniali, quelli morali sono illimitati nel tempo. Dopo la morte dell’autore possono essere rivendicati non solo dal coniuge, ma anche dai discendenti. I diritti morali sono:
Questo tipo di diritti garantiscono un compenso economico anche ai soggetti che offrono l’opera alla fruizione pubblica. Sono un esempio: le case discografiche e cinematografiche, le emittenti radiofoniche e televisive, ma anche gli interpreti.
Il diritto d’autore, quindi, non è una tassa, bensì la giusta retribuzione per il lavoro intellettuale.
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